E’ da quando ha coscienza di sé e della propria esistenza che Beatrice pensa che quello a cui l’ha abituata la sua famiglia, o meglio suo padre, l’ingegnere, sia il vero modo di amare che esista al mondo. Nonostante tutto, però, ne soffre e, come spesso accade è il corpo a presentare il conto di certi segnali non ascoltati e di certe mancanze. Per fortuna, nel frattempo si cresce. Beatrice osserva il mondo intorno a sé, arriva l’amore quello vero, quello fatto di rispetto, di ascolto e di condivisione, quello che vuole restare per sempre
“Per sempre”, due parole che forse il corpo di Beatrice non accetta. Non sono più paranoie quelle che sente insieme alla stanchezza e ai vari sintomi sempre più evidenti di qualcosa che non conosce, cominciano i giri di ospedali e medici che tra capirci o meno qualcosa, la portano alla convinzione che ciò che sta arrivando è forse frutto del sangue cattivo che abita in lei.
La storia di Beatrice è un continuo salto dal presente al passato e viceversa proprio per mostrare a chi decide di viverla leggendo il suo libro, quanto ciò che viviamo durante la nostra infanzia (e non solo) possa essere paurosamente nocivo sul nostro corpo
Nonostante le tematiche trattate siano di forte impatto emotivo, l’infanzia difficile, la malattia del padre, l’impotenza difronte ai problemi di salute che arrivano senza preavviso, ho trovato comunque la narrazione scorrevole e soprattutto anche ricca di tanto ottimismo e speranza.
🎁🎁🎁/5
Lascia un commento