Emiliano Spezia, detto Lo Spezia.
È lui il protagonista del nuovo romanzo di Guido del Monte.
Spezia cerca di tenere insieme i pezzi della sua vita (come tutti forse) ma il fatto che ne sia consapevole è forse quello che lo rende un po’ più burbero agli occhi del mondo che l’ha deluso.
Spezia ha perso il lavoro e in contemporanea ha mandato in frantumi il suo matrimonio e ora vive con sua madre vagando ogni giorno per Viareggio alla ricerca di un senso a tutto ciò che vede distorto intorno a lui.
Ama il Vat 69 che gusta seduto all’ombra sgabello del Victory in compagnia del barista con cui spesso si ritroverà a condividere situazioni non proprio piacevoli, ma questo personaggio ha una grande capacità di mettersi nei piccoli grandi cas!ni tipo prendere a cazz0tti qualcuno.
Sí, perché Spezia non te le manda a dire, ti affronta con il silenzio, uno sguardo eloquente, ti tira un bel ceff0ne e poi torna col suo amato sigaro a contemplare e riflettere sulle ingiustizie del mondo.
Quello con cui non ha fatto i conti è che le sorprese della vita possono essere davvero di vario genere e nazionalità.
Le pagine scorrono accompagnate dalle riflessive passeggiate del protagonista amante della boxe, ma si sa che spesso i personaggi più duri e burberi possono avere la giusta capacità di andare oltre le apparenze e comprendere davvero chi o cosa valga la pena seguire e aiutare.
Sono diversi i momenti in cui ho amato questo personaggio che spero possa tornare a trovarci in qualche nuova avventura, ma in particolare quello in cui Spezia si confronta apertamente con suo figlio in un susseguirsi di simboli e spettacolari silenzi.
Bravo Guido!
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