Questa recensione è per me non solo un’espressione, come sempre, di ciò che mi ha lasciato questa lettura che ho scelto e che ho atteso, ma rappresenta anche un flusso di pensieri che in questi giorni di cambiamenti di stagione voglio esternare sperando che presto a cambiare sia anche la stagione della nostra era che stiamo vivendo. Un tempo in cui sembriamo tanto proiettati al futuro, al cambiamento, all’innovazione, all’inclusione, ma su certi aspetti siamo rimasti secoli indietro. Anna è la protagonista di questa storia, dal suo passato al suo presente come giornalista radio, insegnante di un master in giornalismo e la sua vita costruita a Parigi. Parla al suo futuro, ai suoi ragazzi durante le sue lezioni. Anna si racconta, racconta di quando sin da bambina è nata in lei quella parte che doveva sentirsi bella, apprezzata sopratutto da quando il suo professore ha iniziato a “sfiorarle” la mente e il corpo, fino a quando ha sposato l’uomo che sapeva già di non amare e da cui dopo i primi schiaffi è fuggita, con le “giuste colpe” .”Ma come fanno, le altre, a farsi rispettare?” . La domanda di Anna è sempre presente. Tra attimi di leggerezza e momenti di crisi profonda, guarda al mondo con gli occhi dei suoi alunni del master di giornalismo e con quelli del futuro fatto di hashtag, di social e di denunce che non possono attendere. Tra una lezione e l’altra Anna provoca se stessa e i suoi alunni sul tema del consenso e di tante violenze non raccontate per la paura che, probabilmente, i vari “se” (“se non avessi messo la minigonna” , “se non fossi andata a cena a casa sua”, “se non avessi deciso di andare a correre al parco alle otto di sera”) rappresentino in realtà consensi velati a ciò che poi accade oltre la nostra volontà, ad una sorta di autorizzazione data implicitamente. Michela Marzano ci conduce in riflessioni delicate e importanti. Mi è sembrato di essere davvero come ad un momento di confronto “vis a vis” in cui le parole ti arrivano ancora di più dritte al cuore e all’anima forse anche perchè tutti siamo sensibili a determinate tematiche. Ho apprezzato molto anche i momenti in cui a porsi determinate domande o a rispondere a quelle poste, vi fosse anche la versione maschile. Ciò che viviamo è già storia, ma ciò che portiamo nel cuore e nella mente è quello che possiamo migliorare del nostro futuro.
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