In questo libro si fa un percorso storico importante che, seppur di pochi anni (siamo alla fine degli anni 60) fa conoscere tanti volti dell’Africa e della guerra civile Nigeriana per l’indipendenza del Biafra.
I protagonisti sono di svariata origine culturale e sociale, ma tutti con un unico grande amore: la propria terra, la propria etnia, la propria lingua (igbo).
Da Olanna e Kainene (due sorelle gemelle di famiglia benestante che hanno frequentato a lungo l’Inghilterra) al giovane Odenigbo ben radicato politicamente e con le idee chiare, a Richard europeo bianco dall’animo gentile, tutti avranno una loro parte necessaria in questa storia fatta di sensazioni forti.
Perché dico necessaria? Perché la vicenda è inventata, ma il contesto è tutto storia e mi è piaciuto proprio il modo in cui l’autrice sia riuscita a rendere tutta la narrazione proprio come se a raccontarla fossero i protagonisti come veri testimoni degli orrori che ogni guerra porta con sé.
Ho percepito la sensazione di abbandono vissuta sicuramente dal popolo a quel tempo mentre il resto del mondo rinasceva la seconda guerra mondiale e in Europa si cantavano i Beatles.
La storia la studiamo sui libri di scuola, ma se possiamo é sempre bene rinfrescarci la memoria su ciò che è stato e, perché no, provare a cambiare le cose nel nostro piccolo.
E l’autrice l’ha fatto con questo libro che per me è stato impegnativo sopratutto dal punto di vista emotivo.
🎁🎁🎁🎁/5
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